Il 2 maggio scorso la Regione Veneto ha ufficializzato, con la Delibera di Giunta Regionale n. 464/2025, la prima individuazione delle “aree prioritarie Radon” soggette quindi a elevato rischio da esposizione al gas radon come richiesto dall’art. 11 del D.lgs. 101/2020.
La Delibera Regionale si compone di due allegati tecnici:
l’Allegato A “Radon Indoor – Prima individuazione delle aree prioritarie in Veneto” che fornisce il quadro conoscitivo generale sulla natura, provenienza e caratteristiche geofisiche del radon.
l’Allegato B contenente l’elenco dei 21 Comuni della Regione del Veneto classificati come “aree prioritarie”, ossia territori in cui si registra almeno il 15% degli edifici con concentrazioni di radon superiori ai 300 Bq/mc sulla base dei criteri stabiliti dal D.Lgs. 101/2020 e dal Piano Nazionale Radon.
L’elaborazione è stata condotta da ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto) sulla base di oltre 2.600 misurazioni effettuate a partire dal 1989.
CHE COS’È IL RADON E PERCHÉ È PERICOLOSO?
Il radon222 è un gas nobile radioattivo naturale, incolore e inodore, prodotto dal decadimento del radio a sua volta risultato del decadimento dell’uranio 238 presente nelle rocce. Durante il suo decadimento il radon è in grado di migrare nel terreno in forza della permeabilità del suolo ed infiltrarsi negli edifici attraverso le microfratture presenti nelle fondazioni ed accumulandosi negli ambienti di vita e di lavoro.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la IARC (International Agency for Research on Cancer) hanno classificato il radon come agente cancerogeno di Gruppo 1, ovvero certamente cancerogeno per l’uomo, connesso in modo diretto all’insorgenza di tumori polmonari, anche a concentrazioni relativamente basse (sotto i 200 Bq/m³).
In Italia, secondo una stima dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS, 2013), circa il 10% dei casi di tumore al polmone è attribuibile all’esposizione al radon. Di questi, circa l’80% interessa i fumatori, a causa dell’effetto sinergico tra radon e fumo di tabacco.
LE AREE PRIORITARIE REGIONALI
Il Veneto presenta un’elevata variabilità geologica che influenza in modo significativo la presenza di radon negli edifici.
Le concentrazioni più elevate si riscontrano in aree dove affiorano rocce magmatiche acide e metamorfiche, naturalmente ricche in uranio e radio, precursori del radon. Va considerato che oltre alla variabilità geologica il radon indoor è influenzato da fattori locali come fratturazione tettonica, permeabilità e porosità, fattori che variano anche all’interno della stessa formazione geologica. Per questo motivo, nel caso di indagini epidemiologiche la misurazione diretta della concentrazione indoor resta il metodo più affidabile per valutare l’esposizione dell’essere umano alle radiazioni ionizzanti; al contrario nella realizzazione di nuovi edifici come richiesto dall’Art. 12 Comma 1 lett. C la misura del soil radon rappresenta un dato essenziale alla progettazione di edifici Radon Free.
ARPAV ha elaborato un’analisi statistica fondata su misure di concentrazione media annua di radon al piano terra e tra le zone maggiormente esposte si segnalano in particolare 4 aree: Colli Euganei e territori di Recoaro-Valli del Pasubio caratterizzati dall’affioramento di rocce metamorfiche e magmatiche effusive, l’Altopiano dei Sette Comuni con rocce calcaree carsiche e la Valle d’Ampezzo, del Piave e la valle a sud di Agordo dove affiorano dolomie e calcari.
In seguito all’elaborazione dei dati attraverso il software di analisi statistica, sono stati selezionati 21 Comuni nei quali la probabilità di superamento dei 300 Bq/m³ è maggiore del 15% ovvero del 13% in Comuni già noti per criticità pregresse.
I Comuni sono: Borca di Cadore (BL, 840 ab.), Cibiana di Cadore (BL, 331), Cinto Euganeo (PD, 1.906), Dueville (VI, 13.616), Fonte (TV, 6.010), Foza (VI, 652), Lusiana Conco (VI, 4.550), Ospitale di Cadore (BL, 261), Perarolo di Cadore (BL, 368), Ponzano Veneto (TV, 12.995), Rivamonte Agordino (BL, 622), San Vito di Cadore (BL, 1.940), Schio (VI, 38.647), Selva di Progno (VR, 904), Tambre (BL, 1.299), Torreglia (PD, 6.015), Valdagno (VI, 25.652), Valdastico (VI, 1.156), Valli del Pasubio (VI, 3.051), Vedelago (TV, 16.468) e Vo’ (PD, 3.268).
OBBLIGHI PER LA REGIONE E MISURE PER I CITTADINI
Nelle aree prioritarie individuate dalla regione secondo l’art. 17 del D.Lgs 101/2020 recepito dalla direttiva EURATOM, si attivano specifici obblighi normativi quali:
Misurazione obbligatoria del radon nei luoghi di lavoro situati in aree prioritarie (al piano terra o seminterrato) con obbligo di intervento se si supera il livello di riferimento (300 Bq/mc)
Applicazione di misure di prevenzione, mitigazione e risanamento se i livelli superano i valori di riferimento;
Adozione di tecniche edilizie preventive nelle nuove costruzioni (livello di riferimento: 300 Bq/m³ oppure 200 Bq/m³ per edifici post 31.12.2024).
La delibera prevede un aggiornamento dell’elenco entro 5 anni, con l’applicazione di criteri più estensivi (maggiore 10% degli edifici oltre riferimento).
Il MASE e ISPRA sono già da tempo impegnati nella definizione di metodologie standardizzate per l’analisi geologica e il monitoraggio esteso a scala nazionale.
